
La società letteraria di Guernsey
di Mary Ann Shaffer
Sonzongo
2012
Romanzo Epistolare
Juliet è una giovane scrittrice inglese che sta cercando di riprendersi come il suo paese dalla seconda guerra mondiale. In cerca di ispirazione per il suo nuovo libro riceve la lettera di un lettore di un circolo di lettura che ha trovato il suo indirizzo su un libro usato. L’uomo vive a Guernsey, un’isola della Manica occupata dai tedeschi durante la guerra. Attraverso la fitta corrispondenza di Juliet con i membri del gruppo di lettura e con i suoi amici ripercorriamo i drammatici anni della guerra e il potere realmente salvifico dei gruppi di lettura.
Questo è stato il libro del gruppo di lettura di Settembre e devo dire che scelta non poteva essere più azzeccata. Ormai mi conoscete, credo, e sapete che io ho un rapporto molto particolare con i libri: li prendo sempre senza leggere la trama perchè spesso e volentieri la presentazione non rispecchia la bellezza della lettura. Questo romanzo epistolare mi ha stupito perchè generalmente leggere una storia attraverso delle lettere non è mai semplice, alcuni lo trovano addirittura noioso. I personaggi sono difficili da assimilare, si fa confusione con i nomi e bisogna sempre fare mente locale per ricordare quello che è successo prima. Ecco, io credo che questa storia non sarebbe potuta esistere narrata in modo diverso. Le lettere riescono a dare il ritmo incalzante di tutta la narrazione togliendo i classici riempitivi inutili, andando dritto al sodo della questione, mostrandoci i personaggi per quello che sono realmente perchè li conosciamo dalla loro voce. E qui di personaggi e nomi da ricordare ce ne sono una collezione.
Juliet è una scrittrice per caso, ha pubblicato un libro e le è andata bene. Adesso è in cerca d’ispirazione per il nuvo romanzo. Quando casualmente viene a scoprire dei fatti di Guernsey (una parte di storia della seconda guerra mondiale che personalmente non conoscevo) ecco che la storia prende piano piano forma davanti a lei. E anche se si parla di guerra, di invasione tedesca, di deportazione, non è un libro tragico, crudo, cruento o triste. Anzi. É un libro che si legge tutto d’un fiato.
Unica pecca: non mi è piaciuto com’è stato gestito il finale.