Ben ritrovati lettori,
chiedo scusa per la latitanza, ma avevo necessità di rimettere in sesto le idee e chiarire alcune cose con me stessa e con quello che voglio fare – professionalmente parlando.
Torno col botto, però, parlandovi di un libro che ho tanto aspettato e che si preannunciava come l’ennesimo best seller di Ken Follett: Fu sera e fu mattina.
Gli appassionati del genere lo conosceranno, gli estimatori della saga di Kingsbridge pure. Ken Follett questa volta ci porta dentro il periodo storico indicato come i secoli bui, transizione tra la caduta dell’impero romano e l’affermazione del Medioevo.
Tre i grandi protagonisti di questo romanzo storico: Edgar il costruttore, che perde tutto quando un’incursione vichinga distrugge il villaggio in cui vive e lavora; Aldred il monaco visionario, colui che sogna una chiesa libera dalla corruzione e guidata dal sapere e Ragna, contessa normanna che sposa per amore l’aldermanno di Shiring, lasciando tutte le sue certezze, per scontrarsi con la realtà inglese ben più retrograda di quella francese.
Fu sera e fu mattina narra le vicende agli albori de I pilastri della terra. Una sorta di prequel che ben ci introduce nella trilogia che abbiamo imparato ad amare.
Mi è piaciuto? Sì molto, sebbene ne avessi letto pareri contrastanti sul web. Da una parte il popolo degli adoratori “follettiani”, dall’altra quello dei critici (e forse un po’ invidiosi) ai quali è piaciuto mettere i puntini sulle i.
Un romanzo di quasi ottocento pagine, prezzo medio alto, che si divorano d’un fiato, che scorre senza appesantimenti. Per qualcuno Fu sera e fu mattina è considerato il fallimento di Ken Follett, ma da umile lettrice e scrittrice self publishing posso dire “magari avere un fallimento milionario come quelli a cui può incorrere lui”. Quando sei uno scrittore di quella portata sai che qualsiasi cosa esca dalla tastiera del tuo PC sarà un successo.
E anche questa volta Ken Follett ci ha lavorato insieme al suo infaticabile team di esperti e collaboratori, tutti uniti nel fine comune di partorire un romanzo storico degno dei suoi lettori.
17 giugno 997. Non è ancora l’alba quando a Combe, sulla costa sudoccidentale dell’Inghilterra, il giovane costruttore di barche Edgar si prepara con trepidazione a fuggire di nascosto con la donna che ama. Ma i suoi piani vengono spazzati via in un attimo da una feroce incursione dei vichinghi, che mettono a ferro e fuoco la sua cittadina, distruggendo ogni cosa e uccidendo chiunque capiti loro a tiro. Edgar sarà costretto a partire con la sua famiglia per ricominciare tutto da capo nel piccolo e desolato villaggio di Dreng’s Ferry.
Dall’altra parte della Manica, in terra normanna, la giovane contessa Ragna, indipendente e fiera, si innamora perdutamente del nobile inglese Wilwulf e decide impulsivamente di sposarlo e seguirlo nella sua terra, contro il parere di suo padre, il conte Hubert di Cherbourg. Si accorgerà presto che lo stile di vita al quale era abituata in Normandia è ben diverso da quello degli inglesi, la cui società arretrata vive sotto continue minacce di violenza e dove Ragna si ritroverà al centro di una brutale lotta per il potere.
In questo contesto, il sogno di Aldred, un monaco colto e idealista, di trasformare la sua umile abbazia in un centro di erudizione e insegnamento entra in aperto conflitto con le mire di Wynstan, un vescovo abile e spietato pronto a tutto pur di aumentare le sue ricchezze e il suo potere.
Le vite di questi quattro indimenticabili personaggi si intersecano, in un succedersi di continui colpi di scena, negli anni più bui e turbolenti del Medioevo.
Questo formidabile romanzo è il prequel della magnifica saga di Kingsbridge amata da milioni di lettori nel mondo. Ken Follett conduce il lettore in un viaggio epico pieno di sorprese, avventura, coraggio, amore, odio e ambizione che termina dove I pilastri della terra hanno inizio.
Cosa non mi è piaciuto?
La storia d’amore. Questa volta il LUI e LEI della situazione non mi hanno convinto. Bellissimo il contesto, la narrazione, le ambientazioni, la forma strutturale storica, ma non la storia d’amore. Di nuovo ci troviamo davanti al tira e molla già visto in La colonna di fuoco, dove la protagonista femminile trova ogni espediente per rimandare a un domani ipotetico il lieto fine col protagonista maschile. E anche in questo caso mi sono chiesta che senso abbia per Edgar aspettare Ragna tutto quel tempo. Se si vuole dare verosimiglianza al racconto credo che, all’epoca, tempo per i romanticismi ce ne fosse ben poco e il nostro costruttore avrebbe sposato una contadinella del posto e occupato il suo tempo a farle partorire bambini.
Ottimi come sempre, invece, gli intrighi, i tradimenti e le congetture che vedono come protagoniste la Chiesa. Il Vescovo corrotto e insaziabile di potere che cerca in ogni modo di distruggere chiunque si anteponga alla sua ascesa. E come ogni romanzo che si rispetti, ci attende poi il lieto fine.
Fatemi sapere se avete letto questo romanzo e ditemi cosa ne pensate.